Euroindoor: Iapichino quinta, Strati sesta

06 Marzo 2021

La 18enne lunghista azzurra salta 6,59 nella finale di Torun, due centimetri meglio della compagna di Nazionale, sesta con 6,57. Dester (1,95 nell'alto) è settimo al termine della prima giornata dell'eptathlon

Finisce con un quinto posto, il sogno europeo di Larissa Iapichino. La 18enne esordiente azzurra centra un discreto 6,59, ma nulla può contro quelle che lei stessa aveva definito "leonesse". L'oro del lungo agli Europei indoor di Torun va all'ucraina Maryna Bekh-Romanchuk, con 6,92 (mondiale stagionale strappato alla Iapichino), misura che raggiunge all'ultimo salto, superando la tedesca Malaika Mihambo (argento con 6,88), mentre il bronzo va alla svedese Khaddi Sagnia (6,75). Laura Strati è ottima sesta, due centimetri in meno rispetto alla giovane compagna di Nazionale (6,57). La gara prende quota nel corso del terzo turno di salti. Al 6,59 d'esordio della Iapichino, subito contrastato dal 6,60 della Mihambo, fanno seguito, nel round 3, i salti super della stessa Mihambo (6,88), Bekh (6,80), Sagnia (6,75), Mironchyk-Ivanova (6,72). L'azzurra commette un nullo, e scivola dal secondo al quinto posto, con Laura Strati che è sesta con 6,41. La Strati si migliora nel quarto turno (6,57), mentre Larissa atterra a 6,48 ma staccando addirittura fuori dall'asse di battuta. La classifica delle due lunghiste italiane non muta nemmeno nel quinto round (Strati 6,34, Iapichino 6,38, quest'ultima ancora una volta molto lontana dalla plastilina), lasciando le residue speranze tricolore all'ultima prova a disposizione. Strati fa 6,48, poi tocca alla Iapichino. La rincorsa è buona, così come lo stacco in pedana, ma il responso dei giudici dice ancora una volta 6,56. E' quinto posto, posizione che avrebbe occupato anche se avesse ottenuto il 6,70 della qualificazione, dato, quest'ultimo, che serve a cementare la convinzione che Larissa Iapichino, esordiente in azzurro, a soli 18 anni e mezzo, abbia ottenuto a Torun un grande risultato.

“Non ho detto la mia come potevo - commenta Larissa Iapichino - ed ero un po’ scarica dopo la qualificazione di ieri all’ultimo salto, però non cerco scuse. È stato un onore esserci e aver fatto esperienza. Ho imparato tantissimo, era l’obiettivo principale e di questo sono felice. Anche se non è andata come speravo, questa gara mi ha insegnato più di una vittoria o di un record. Qui c’erano le leonesse di cui avevo parlato alla vigilia, hanno ruggito forte ed è stato bello gareggiare con loro, ma ci saranno altre occasioni. Sono ancora all’inizio, quindi ci può stare una giornata così”.

VIDEO | LARISSA IAPICHINO: "QUESTA GARA MI HA INSEGNATO PIÙ DI UNA VITTORIA" (m.s.)

“Sono arrivata qui con la settima misura dell’anno - racconta Laura Strati - e chiudo sesta. Non posso rimproverarmi granché, anche se è chiaro che poteva andare meglio. Esco da questo campionato a testa alta. Continuerò a rincorrere il mio sogno, perché mai come in questo momento mi piace quello che sto facendo. Era la mia prima finale, quindi avevo idea solo in parte di cosa mi potesse aspettare. Mi sono piaciuta perché dopo aver iniziato con un nullo sono riuscita a tirar fuori un 6,57. Poi sicuramente potevo aggiungere centimetri, ma questa stagione per me è stata una rinascita. Ho una nuova fiducia, una nuova consapevolezza”.

VIDEO | LAURA STRATI: "ESCO A TESTA ALTA" (m.s.)

Alto - Eptathlon - Dopo una mattinata superlativa, Dario Dester incappa in una prova riuscita a metà nel salto in alto. La sua ascesa si ferma a 1,95, sei centimetri meno di quanto ottenuto agli Assoluti di Ancona, ma soprattutto non abbastanza per tenere il ritmo di avversari d'altissimo livello in una finale europea. Poco male, in verità, perchè l'azzurro è sempre in corsa per un piazzamento di assoluto valore, e l'equilibrio sembra regnare in questo eptathlon di Torun. Dester chiude la prima giornata con 3357 punti, 36 in meno rispetto a quanto fatto il 20 e 21 febbraio, in occasione del suo record nazionale. La classifica dice settimo posto, a 67 punti dal terzo posto, occupato dallo spagnolo Urena. In testa, il francese Kevin Mayer opera il sorpasso sullo svizzero Ehammer (3571 contro 3538).

800m uomini - semifinale - Disco rosso per Simone Barontini. L'ottocentista marchigiano non riesce nell'impresa (perché tale sarebbe stata) di entrare nella finale europea; nel contesto, peraltro, di una semifinale proibitiva (due posti a disposizione, con al via il campione del mondo Bosse e il pluricampione europeo Kszczot). La prova si sviluppa inoltre su ritmi contenuti in avvio (1:09 ai 500), per poi trasformarsi in un vero e proprio sprint. Barontini prova a tenere, ma quando si cambia, purtroppo la luce finisce per spegnersi. L'azzurro è sesto in 1:49.51.

800m donne - semifinale
 - Non ci saranno italiane, nella finale degli 800 metri. Le tre azzurre Elena Bellò, Eleonora Vandi e Irene Baldessari, alle quali non era probabilmente possibile chiedere molto di più, finiscono eliminate. Dispiace soprattutto per Elena Bellò, che dimostra ancora una volta capacità di lettura tattica e abilità nello "stare" in gara: le mancano i metri finali di una prova egregia, ma non le si può rimproverare nulla. Quando la britannica Boffey cambia ritmo, ai 600 metri, la Bellò la segue, convinta; paga sul penultimo rettilineo lasciando spazio alla polacca Jozwik (poi prima in 2:03.15), ma nel finale tiene, fino a chiudere al terzo posto, a meno di 30 centesimi dalla promozione alla finale (Boffey seconda in 2:03.34, Bellò in scia, 2:03.61). Lo scenario che Eleonora Vandi deve fronteggiare è probabilmente quello meno gradito. Si parte piano, sul piede dell'1:04 ai 400 metri. L'azzurra reagisce bene al primo cambio di ritmo, ma quando la britannica Hodgkinson produce l'azione decisiva, la fila si allunga, e Vandi chiude al quarto posto, in 2:04.97. Poca storia, infine, per Irene Baldessari: la sua semifinale, finisce, di fatto, dopo 500 metri, quando comincia a perdere terreno; sarà sesta, in 2:06.36.

Le altre finali - Sempre più Femke Bol nei 400 metri. Favolosa la corsa della 21enne olandese che è imprendibile per le avversarie nella seconda metà di gara, con la sua azione efficace e leggera al tempo stesso. Per la quinta volta riscrive il record nazionale in questa stagione con 50.63, togliendo un centesimo al suo primato. Nulla può la polacca Justyna Swiety-Ersetic, oro continentale all’aperto, seconda in 51.41 davanti al 51.73 della britannica Jodie Williams, ex ragazza prodigio dello sprint (doppietta iridata 100-200 tra le allieve a Bressanone 2009, oltre che campionessa mondiale U20 dei 100) e ora quattrocentista da medaglia europea. Quinta l’altra “orange” Lieke Klaver (52.03) che si era lanciata al comando all’inizio per poi cedere anche all’irlandese Phil Healy, quarta con 51.94. In tre sull’arrivo invece al maschile, con lo spagnolo Oscar Husillos a prevalere in 46.22. Finalmente campione, dopo aver assaporato per pochi minuti la vittoria tre anni fa ai Mondiali indoor prima della squalifica per una millimetrica infrazione di corsia. Sul podio l’Olanda anche qui, e con due atleti, ma nei gradini laterali: argento a Tony Van Diepen (46.25) con una rimonta che si rivela tardiva, a causa di una frenata per essere rimasto chiuso all’imbocco dell’ultima curva, superando sul filo di lana il connazionale Liemarvin Bonevacia (46.30).

Sorpresa nell’asta: la svizzera Angelica Moser, che partiva con il quinto accredito stagionale tra le iscritte, si migliora due volte con 4,70 alla prima prova e 4,75 alla seconda per festeggiare il successo. Ma la possente 23enne elvetica aveva già dimostrato la sua consistenza agonistica a livello giovanile, con quattro titoli in carriera tra mondiali ed europei. Il match point vale il sorpasso sulla slovena Tina Sutej, in testa a 4,70 fino a quel momento per il minor numero di errori, mentre sono due i bronzi assegnati con 4,65: alla delusa britannica Holly Bradshaw (già 4,85 in stagione) e alla bielorussa Iryna Zhuk. Gara tattica nei 1500 metri: avvio al piccolo trotto e poi diventa una corrida con il gioco di squadra delle tre spagnole che però non viene premiato, perché si invola verso l’oro la belga Elise Vanderelst in 4:18.44. Sul traguardo è seconda la britannica Holly Archer (4:19.91), squalificata per ostruzione ma in seguito riammessa, e terza la tedesca Hanna Klein (4:20.07).

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